Tra il serio e il faceto

Bologna Moot Team

La Moot Court Competition ha origine nel sistema accademico anglosassone dove costituisce parte ufficiale e costante nella formazione giuridica degli studenti di Legge; difatti, attraverso il meccanismo della simulazione, è possibile preparare gli alunni alla pratica forense riproducendo l’iter di un autentico giudizio.
Sarà stata la pandemia, saranno le nuove tecnologie, sarà il Progresso con la P maiuscola, fatto sta che di processi orali se ne fanno sempre meno.
È vero che se “l’appello è proposto alla Corte d’Appello ciascuna delle parti, nel precisare le conclusioni, può chiedere che la causa sia discussa oralmente dinanzi al Collegio.” (v. art.352 ed anche 275 c.p.c.).
Non mi risulta, però, che tale norma sia di uso comune per altro introdotta una ventina di anni fa. Prima l’oralità non era una eccezione.
Tuttavia la Corte può ignorare tranquillamente tale richiesta e la Cassazione si è affrettata a dichiarare che la mancata fissazione dell’udienza per la discussione orale non comporta nullità alcuna, non essendo stato leso il diritto di difesa già esaurito con la forma scritta (v. Cass.18618/03). Con buona pace del Chiovenda.
Chi, come chi scrive, si “diverte” ancora a “fare un processo” nonostante 52 anni di processi si è dovuto adattare e, da qualche anno, insieme all’Università di Bologna, ci occupiamo di processi simulati, per dirla in inglese Moot Court (in prosieguo Moot).
In molti paesi europei la Moot è una prova serissima. Per rendersene conto è sufficiente vedere il bellissimo film “Quasi nemici – L’importante è avere ragione.” Regia di Yvan Attal con la magistrale interpretazione di Daniel Auteil nel ruolo del burbero professore; film del 2017.
Fu così che, quasi per gioco, qualche anno fa, decidemmo di coinvolgere gli studenti in una simulazione processuale di fronte alla Corte Europea dei Diritti dell’Uomo.
Oramai sono diversi anni che la Moot viene celebrata con grande partecipazione studentesca. Non ci ha fermato neppure il Covid: l’anno scorso il dibattimento fu fatto via web. Vediamo in cosa consiste la Moot.
Il processo simulato ricalca quello vero. C’é prima una fase scritta e, successivamente, una fase orale. Gli studenti vengono divisi in squadre e viene loro assegnato un caso scelto fra quelli già decisi o pendenti davanti alla vera Corte di Strasburgo, senza indicarlo ai partecipanti e mettendo nomi di fantasia.
Formate le squadre i ricorrenti depositano il ricorso che viene comunicato allo Stato e ai terzi eventualmente intervenuti. Si è infatti obbligati a far intervenire terze parti per permettere una più ampia partecipazione.
Depositate le difese, la Corte, preliminarmente, esamina l’ammissibilità del ricorso e, se i requisiti richiesti dalla Convenzione sono rispettati, lo dichiara ammissibile e viene fissata l’udienza per la discussione orale.
L’udienza si svolge “in pompa magna “con tanto di toga o in qualche prestigiosa aula universitaria o, in un caso, addirittura nell’Aula Magna della Corte d’Appello, situata nel vecchio Palazzo di Giustizia. Esaurita la discussione la Corte si ritira per deliberare e il dispositivo viene letto in udienza.
Il ruolo dell’Università è fondamentale. La Moot, infatti, è preceduta da otto lezioni tenute congiuntamente da Professori e Avvocati i quali cercano di insegnare agli studenti come “si fa” un processo. Infine, dopo il dibattimento, viene tenuta una lezione finale per motivare la sentenza e far capire perché si è deciso in un certo modo e segnalare eventuali errori riscontrati nella conduzione processuale da parte degli studenti.
Quest’anno abbiamo avuto anche una dissenting opinion e il giudice dissenziente ha motivato oralmente il proprio disaccordo. Il caso prescelto quest’anno riguardava l’indipendenza della magistratura in Polonia (v. Requete 43447/19 del 22/7/21 ). 2eTema di grande interesse ed attualità.
Il processo è stato celebrato nella Sala delle Feste a Palazzo Malvezzi il 10 Dicembre 2021 nel pomeriggio.
Come si sa, l’indipendenza dell’Ordine giudiziario é un tema che riguarda molti paesi, non solo la Polonia. È stato, quindi, molto interessante vedere come gli studenti alle prime armi (la cupida legum juventus) avrebbero affrontato un tema così delicato. Il risultato, diciamolo subito, è stato molto positivo, indice di grande serietà negli studi e di ottimi professori. Anche la citazione dei precedenti è stata più che sufficiente. È stato ricordato anche il celeberrimo Marbury v. Madison del 24/2/1803 della Corte Suprema degli Stati Uniti. Anche il nostro caso riguardava una Corte Suprema: in particolare quella polacca.
La Corte Suprema in questione non godeva, e non gode, di quella imparzialità necessaria per non violare la Convenzione. In particolare è denunciata la nomina di fonte governativa dei giudici introdotta con una riforma del 2017. La nuova Corte è quindi una Corte politica e vìola il principio della separazione dei poteri e dell’indipendenza del potere giudiziario. La Corte (simulata) senza discostarsi dalla decisione della Corte (vera) ha deciso per la violazione dell’art.6 par.1 della Convenzione. Particolare interessante è stato, come detto, la dissenting opinion manifestata da un giudice in merito anche alla violazione dell’art.17 (abuso del diritto). La Corte, a maggioranza, aveva deciso di non ritenere che fosse stato violato l’articolo citato.
La Corte era composta, oltre che da chi scrive, anche in rappresentanza dell’Union International des Avocats di Parigi, in funzione di Presidente, da giudici a latere tutti appartenenti al Consiglio dell’Ordine: gli avv.ti Tirapani, Cavarretta, Villa) oltre al Console di Francia avvocato Giuliano Berti Arnoaldi Veli.
Per l’Università preziosissimo l’apporto scientifico della Professoressa Elena Ferioli e dell’Avvocato Alessandro Martinuzzi. Quest’anno avevamo anche creato l’Ufficio del Processo diretto con maestria dalla dottoressa Alice Zucchini fresca dell’esperienza quale stagista presso la Corte UE (quella vera).
La grande partecipazione e l’entusiasmo dei giovani studenti ci ha indotti ad organizzare una Moot riservata ai Praticanti. Anche di questa esperienza vi relazioneremo nel prossimo numero.

Avvocato Bruno Micolano

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Bruno Micolano