Tra il serio e il faceto

Correre insieme – Jus Bologna Runners e Fondazione per lo Sport Silvia Parente

Chiunque corra lo sa… correndo, non si è mai soli! Se lo si fa in compagnia, ci si parla, ci si aspetta, a volte ci si sfida, ma si corre sapendo sempre di condividere la fatica e il piacere della corsa con altri.

Anche quando lo si fa da soli, soli non si è mai davvero!  Correre è il tenace inseguimento dei propri pensieri, un’amplificazione di emozioni e sentimenti che predispone all’ascolto più profondo di sé e meglio dispone al confronto e alla comprensione degli altri.

Correre, con il suo carico di fatica, di determinazione, di costante voglia di migliorarsi, ci fa sentire semplicemente migliori, o perlomeno ci fa pensare che possiamo sempre ambire a ciò.

La corsa ci fa sentire uguali perché anche se l’andatura ha ritmi diversi e, forse, obiettivi differenti, la fatica che ci si lascia alle spalle e la voglia di raggiungere la meta sono invece uguali per tutti.

È proprio questa propensione naturale alla condivisione che ha portato gli avvocati podisti dello Jus Bologna Runners ad incontrare Silvia Parente, atleta non vedente e campionessa paralimpica di sci, in occasione del Run Challenge, un progetto per correre insieme in città rivolto a persone con disabilità sensoriale o cognitiva, con il sogno – per tutti – di poter un giorno correre la maratona.

Silvia non è solamente un’atleta di primo livello, con una medaglia d’oro e quattro di bronzo al suo attivo alle Olimpiadi, più altri titoli mondiali e europei; ha anche fondato a Bologna, nel 2006, la prima fondazione per lo sport in Italia (http://www.fondazioneperlosport.com), che porta il suo nome e che ha come obiettivo principe la promozione dello sport quale strumento per l’inclusione sociale di persone con disabilità.

Le attività della Fondazione, estese a diverse discipline sportive, vengono svolte in modalità “integrata”, cioè offrendo l’opportunità alle persone con disabilità di praticare sport assieme a familiari, amici e persone in genere che offrono la propria disponibilità ad accompagnarle, svolgendo il ruolo di “guide”.

Motivati dall’entusiasmo contagioso di Silvia, lo Jus Bologna Runners ha raccolto la immediata disponibilità di tanti avvocati del gruppo a fare da “guide” a ragazzi e adulti ipovedenti. E così, una volta alla settimana, con ritrovo in via Castiglione di fronte all’Istituto dei Ciechi Francesco Cavazza, alcuni avvocati del gruppo corrono in tandem con altrettanti runners ipovedenti, alcuni collegati fra loro tramite un cordino e altri sottobraccio, secondo le preferenze e le abitudini.

In quei giri di corsa dentro ai Giardini Margherita l’intesa è nata subito, come avviene facilmente fra runners o comunque tra sportivi in genere – ipovedenti o non, non fa differenza – e ha consentito di condividere, settimanalmente, il piacere della corsa in un intreccio vicendevole di emozioni moltiplicate per due: perché tutti gli avvocati “guida” che partecipano a questa esperienza di solidarietà sportiva e umana si sono detti concordi nell’avere provato, a propria volta, l’emozione di sentirsi arricchiti della sensibilità, della determinazione e della gioia che i “guidati” trasmettono con intensità al proprio partner di corsa.

Correre in gruppo, normodotati e ipovedenti, è un momento di integrazione reale, nel quale ci si trasmette energia uno con l’altro. Chi si è avvicinato al progetto per fare puro volontariato, e quindi, sostanzialmente, “per dare una mano”, si è presto reso conto che non ha solamente aiutato, ma, a sua volta, ha altresì ricevuto aiuto a crescere come persona, a maturare consapevolezza di quanto si può certamente dare ma anche ricevere, ed anche a vincere qualche pregiudizio sulla disabilità.

Lo sport è un veicolo naturale di solidarietà e amicizia: il progetto rende concreti questi obiettivi perché, anche se siamo diversi, lo sport ci rende tutti uguali, nell’allenamento del fisico, della mente e del cuore.

Cinzia Ceccolini
Jus Bologna Runners

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Cinzia Ceccolini