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A scuola di legalità – Formare cittadini responsabili. Il processo penale simulato visto dagli studenti del liceo

Nell’ambito del progetto alternanza scuola/lavoro,  proiettato ad una generale apertura anche al mondo ordinistico ed in applicazione della legge della c.d.  “buona scuola” (l.107/15),  il consiglio  dell’Ordine degli avvocati di Bologna, con il patrocinio del Comune di Bologna,  la collaborazione della  Procura generale della Repubblica e della Corte d’Appello, ha  intrapreso con il Liceo scientifico Augusto Righi, un  progetto didattico educativo denominato: “a scuola di legalità”.

Il progetto nasce dall’acquisita consapevolezza verso un avvocatura non autoreferenziata, ma dinamica ed aperta alla società civile, si inserisce tra le priorità  che il consiglio dell’Ordine degli avvocati di Bologna intende perseguire sin dal suo insediamento, in linea anche con gli  stessi principi deontologici  e dell’ordinamento  professionale, rivolti a fornire un’immagine  di una avvocatura positiva,  presente, insostituibile e proiettata al  suo ruolo costituzionalmente riconosciuto.

Calamandrei soleva sostenere con forza che: “la nostra Costituzione, perché non rimanga un pezzo di carta,  è un ideale cui tendere con impegno  e responsabilità”, l’impegno e responsabilità che gli avvocati ripongono nel proprio lavoro, non solo limitato alle aule di giustizia, ma in questo caso alle aule di scuola…

Il progetto persegue la finalità di formare i “cittadini di domani” nella scuola, quale luogo in cui, per la prima volta, ci si confronta con gli altri, si apprendono le norme e si costruisce una personalità consapevole delle regole che governano la convivenza democratica di una società civile, stando alle parole di Don Ciotti: “Un’educazione alla legalità che non sia, prima di tutto, un’educazione alla responsabilità, difficilmente saprà infondere in un giovane l’amore per l’impegno e il desiderio di conoscenza, desiderio di iscrivere la propria vita dentro un cammino di giustizia e di libertà collettive.»

Il progetto promosso dall’Ordine persegue le seguenti finalità:

sensibilizzare i ragazzi sui temi che accrescono la loro coscienza civica rispetto a problemi collettivi ed individuali; sviluppare una maggiore consapevolezza delle conseguenze che le proprie azioni determinano;  sviluppare la capacità di riconoscere e contrastare fenomeni di prevaricazione e corruzione; promuovere la cultura della legalità e il rispetto delle regole del vivere civile per partecipare alla maturazione di una coscienza democratica; rafforzare la cooperazione tra i diversi settori della società per avvicinare i giovani alle istituzioni.

Grazie all’aiuto degli insegnanti e delle istituzioni scolastiche sono state individuate alcune tematiche d’attenzione particolare:  la prevenzione (uso di alcool, sostanze stupefacenti); la violenza di genere; internet e le nuove tecnologie (rischi e pericoli della rete/educazione all’uso sicuro e consapevole delle nuove tecnologie), sono stati distribuiti agli studenti alcuni questionari sulle tematiche della legalità, per individuare il grado di loro consapevolezza su comportamenti legati al rispetto delle regole di convivenza civile ed ai precetti normativi.

Dopo un iter preliminare che si è occupato di avvicinare i ragazzi ai temi della legalità, con incontri nella scuola fra avvocati e studenti e nei quali i nostri  consiglieri dell’ordine,  avvocati penalisti: Cavarretta, Coliva, D’errico, Giampaolo Spinzo si sono prestati a spiegare agli studenti le regole che governano i ruoli di accusa e difesa e le dinamiche del processo, con particolare attenzione alle tematiche legate ai problemi del mondo giovanile, il 17 maggio, preceduto da una conferenza stampa – presenti le principali testate giornalistiche – presso la sede del Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Bologna, si è celebrato  un vero e proprio processo penale simulato.

I protagonisti sono stati veri giudici e veri avvocati, ma soprattutto gli studenti di 4 classi del liceo Righi, che hanno gremito l’aula della Corte d’appello Vittorio Bachelet, gentilmente concessa allo scopo, dal presidente dott. Giuseppe Colonna, che unitamente al procuratore generale Ignazio De Francisci ha accolto gli studenti con un saluto introduttivo ed un monito, affinché gli stessi studenti  possano solcare le porte di quell’aula da semplici osservatori e/o da operatori di giustizia, ma mai da “imputati” !!!

Su una sceneggiatura inventata, dell’abile regia, nonchè voce narrante, collega Laura Lecchi e previa composita  formulazione dei capi di imputazione, da parte dell’accusa nella persona del sostituto procuratore della repubblica dott. Chiapponi, i nostri protagonisti: giudici, avvocati, studenti, questi ultimi, offertisi  volontari,  protagonisti  dei fatti, si sono confrontati sulla “ribalta” processuale, assumendo i rispettivi ruoli di persona offesa ed imputati, sottoposti al giudizio del collegio, presieduto dalla dott.ssa Anna Mori (giudice presso la Corte d’Appello di Bologna) affincata dalla preside e dal vicepreside del liceo Righi.

Il processo è stato appassionato e vibrante, a  tratti gli stessi studenti spettatori, nonché qualche curioso collega che si è affacciato in aula, hanno fatto davvero fatica a distinguere la realtà dalla finzione, in quanto tutti “gli attori” si sono compenetrati nel ruolo, seguendo le perfette dinamiche del processo penale: eccezioni, obiezioni, esame e controesame…

Dopo le veritiere arringhe finali dell’accusa e della difesa il processo si è concluso con la pronuncia della sentenza: condanne ed assoluzioni, nonché il  deposito di una vera e propria lunga motivazione, che la dott.ssa Mori ha pazientemente illustrato e commentato agli studenti al termine del dibattimento.

Si è percepito in aula, durante l’intero dibattimento, una costante e persistente curiosità degli studenti che, increduli, si interrogavano sulle modalità dell’esercizio della giurisdizione, troppo abituati a vedere le spettacolarizzazione della cinematografia americana, nonché ad immaginare che comportamenti ed atteggiamenti spesso da Loro  considerati e/o percepiti come innocui, possano portare a determinare un evidente disvalore sociale ed alla conseguente condanna.

«Perché una società vada bene, si muova nel progresso, nell’esaltazione dei valori della famiglia, dello spirito, del bene, dell’amicizia, perché prosperi senza contrasti tra i vari consociati, per avviarsi serena nel cammino verso un domani migliore, basta che ognuno faccia il proprio dovere.» (Giovanni Falcone)

Nella scuola del futuro, nella “buona scuola”,  “sapere e lavoro”, prima separati e distinti si uniscono, nell’intento di formare NUOVE GENERAZIONI RESPONSABILI ed i CITTADINI DEL FUTURO e su queste direttrici l’Ordine degli Avvocati di Bologna ha scritto una pregiata pagina di “lezione”… di legalità.

Link all'articolo del Corriere di Bologna

 

Informazioni sull'autore

Saverio Luppino