Editoriale

L’attività del Consiglio dell’Ordine nel mandato 2015-2018

Siamo alla fine del mandato 2015-2018 del Consiglio dell’Ordine. O, almeno, così credevamo. Proprio nei giorni scorsi, infatti, il Consiglio dei Ministri ha emesso un decreto legge, il n. 2 dell’11 gennaio 2019, con il quale i Consigli dell’Ordine sono stati prorogati dalla loro scadenza naturale del 31 dicembre 2018 sino al luglio 2019. L’intervento governativo ha risposto alle esigenze d’urgenza, proprie della decretazione, sorte in conseguenza della sentenza delle Sezioni Unite della Corte di Cassazione n. 32781/2018, pubblicata – un po’ a sorpresa – il 19 dicembre 2018, quando molte elezioni (quali quelle del nostro Ordine) erano già state indette, le relative assemblee già convocate e, addirittura, molte candidature erano già state depositate.

Per effetto della sentenza e del d.l., emesso per dirimere i molti contrasti interpretativi e applicativi immediatamente sorti, i Consiglieri dell’Ordine che hanno già svolto due mandati, anche con effetto retroattivo rispetto all’entrata in vigore della nuova legge ordinamentale forense (la n. 247/2012) e della legge che regolamenta le elezioni forensi (la n. 113/2017) – ed è questa la novità – sono ora pacificamente ineleggibili, e di ciò si dovrà necessariamente tenere conto nella prossima tornata elettorale.

Ma veniamo al nostro mandato, il primo di durata quadriennale dopo la riforma dell’ordinamento forense (in precedenza i mandati erano di due anni, salvo l’ultimo – transitorio – di tre anni). E il primo, anche, nel quale i Consiglieri dell’Ordine bolognese sono cresciuti di numero, dai tradizionali 15 agli attuali 21.

Quattro anni sono un periodo sufficientemente lungo per affrontare una programmazione di attività che è sempre più ampia, con il loro carico di problematiche sempre crescenti e l’inevitabile incidenza delle immancabili emergenze.

È proprio all’insegna dell’emergenza che il Consiglio dell’Ordine è stato costretto a intervenire quando il Ministero e il Comune annunciarono il progetto di trasferimento di tutti gli uffici giudiziari cittadini nell’area militare dismessa “Stamoto”, situata in via del Parco e quindi in posizione decentrata rispetto all’attuale e storica collocazione nel centro storico, là dove agli inizi del millennio scorso erano sorte le prime scuole di legge, vale a dire quell’insediamento che sarebbe poi divenuto la più antica facoltà di giurisprudenza della più antica università del mondo occidentale.

A difesa di questo patrimonio culturale e valoriale, nonché della razionalità ed economicità di una scelta così strategica non solo per la comunità giudiziaria e forense ma per l’intera città, si è da subito schierato con nettezza e ostinazione il nostro Consiglio, patrocinando la scelta alternativa di collocazione in altra area militare dismessa, la “Staveco”, da decenni inutilizzata e posta a ridosso di uffici giudiziari (la Corte d’Appello, la Procura Generale e la Procura della Repubblica) che non aveva senso trasferire perché già collocati in edifici di proprietà pubblica, quindi senza sostenere costi passivi.

Dopo mesi di dibattito fortemente dialettico, consumato nella stampa locale e in innumerevoli riunioni anche romane, abbiamo avuto la soddisfazione – da soli che eravamo inizialmente – di avere potuto registrare il cambiamento di rotta di tutti gli altri enti coinvolti – magistratura, Comune, Ministero della Giustizia, Agenzia del Demanio – che si sono dati alfine convinti della bontà della soluzione da noi proposta, che è stata poi ufficialmente approvata. La fase propedeutica alla progettazione e, poi, alla realizzazione della nuova area è avviata, e sarà naturalmente priorità del Consiglio dell’Ordine nel prossimo mandato (verosimilmente, nei prossimi due mandati) continuare a vigilare a che il progetto venga realizzato rispondendo a tutte le esigenze di funzionalità.

Sul fronte dell’edilizia giudiziaria, non va dimenticato che nel corso del mandato è anche stato trasferito il T.A.R., ora ospitato in quello stesso edificio della ex Maternità in via d’Azeglio che, alla fine di quest’anno, ospiterà anche il Tribunale penale, destinato a lasciare la sede del Tribunale di via Farini, che a sua volta ospiterà gli uffici, ora lontani, del Giudice di Pace e dell’U.N.E.P., realizzando quindi sia un efficace accorpamento che un’economia di scala, con abbattimento dei costi complessivi per la collettività.

In questo contesto di contiguità e radicamento di tutti gli uffici giudiziari, strategica è stata la scelta operata dal Consiglio dell’Ordine e dalla propria Fondazione Forense di reperire una nuova sede per la Fondazione, a Palazzo Sanuti Bevilacqua degli Ariosti in via d’Azeglio.

La nuova sede è collocata in uno dei palazzi nobiliari più prestigiosi e ricchi di storia della città, in locali che abbiamo reso confacenti all’attività della nostra Fondazione, ed è posta in posizione cruciale rispetto alla collocazione – attuale e in prospettiva – degli uffici giudiziari della città.

A parte le emergenze, come appunto quella dovuta alle scelte di edilizia giudiziaria, l’attività del Consiglio si è sviluppata, oltre che per i compiti amministrativi di propria prerogativa, attraverso i vari organismi che fanno capo al Consiglio, di fatto divenuto una sorta di “holding”: il Consiglio di Disciplina (a competenza distrettuale), il Comitato Pari Opportunità, l’Organismo di Mediazione, l’Organismo di Composizione delle Crisi da sovraindebitamento, lo Sportello per il cittadino, l’associazione Auxilium, la Fondazione Forense.

Per ognuno di questi organismi o “comparti” dell’attività dell’Ordine, il Consiglio ha potuto avvalersi di colleghi competenti e appassionati, che hanno reso possibile la realizzazione delle finalità preposte, con grande dispendio di energie: i resoconti delle singole attività sono pubblicati nei rispettivi siti ovvero nelle aree dedicate all’interno del sito dell’Ordine.

Molta attenzione è stata dedicata anche ai rapporti con gli altri Ordini, non solamente quelli forensi a livello distrettuale e con il Consiglio Nazionale Forense, ma anche con gli Ordini di professionalità diverse da quella forense, ma che intersecano tematiche di interesse comune, come gli Ordini di Bologna dei commercialisti e dei notai, con i quali è stata raggiunta un’intesa, in corso di formalizzazione, che porterà alla costituzione dell’associazione “Economisti e Giuristi Insieme”, modellata sull’analoga associazione già esistente su base nazionale e stipulata fra i tre Consigli Nazionali, che ha – fra le altre – la finalità di favorire l’interlocuzione con il Tribunale per la trattazione congiunta e concordata delle questioni discendenti dalle nomine, da parte dei magistrati, dei professionisti ausiliari di giustizia.

Fra le attività più frequenti, e delicate, del Consiglio vi è la costante interlocuzione con la magistratura locale, attivata nelle sedi d’incontro istituzionali della Commissione Permanente presso la Corte d’Appello e dei vari Osservatori sulla giustizia, sia civile che penale, sia presso il Tribunale (con competenza anche per il Giudice di Pace) che presso la Corte d’Appello. A queste sedi d’incontro e confronto periodiche si sono affiancati colloqui e carteggi assai frequenti, per la trattazione delle più disparate problematiche legate all’accesso alla giustizia e alla fruizione dei servizi di cancelleria da parte degli avvocati, anche mediante la sottoscrizione di numerosi protocolli d’intesa. In generale, i rapporti con i capi dei vari uffici giudiziari si sono molto sviluppati e il Consiglio dell’Ordine è divenuto sempre meno un destinatario di decisioni già prese e sempre più un soggetto da interpellare preventivamente, in leale costruttivo e rispettoso confronto.

La collaborazione con gli uffici giudiziari ha consentito anche di concordare, prima con la Corte d’Appello e poi con il Tribunale per i Minorenni, l’applicazione di un’unità di personale dell’Ordine presso quegli uffici, dedicata al recupero del gravoso arretrato che si era formato nel caricamento nel sistema informatico delle liquidazioni dei compensi ai difensori d’ufficio e con patrocinio a spese dello Stato, il che ha consentito a tanti avvocati di vedere sensibilmente accelerati i tempi di riscossione dei pagamenti dei propri compensi, che da troppo tempo attendevano di essere processati. Abbiamo inoltre, con un accordo esteso agli altri Ordini del Distretto, fornito stampanti alla Corte d’Appello, in questo modo superando e progressivamente eliminando la prassi delle “copie di cortesia”, cadute in desuetudine. E non va dimenticata la gestione diretta, da parte del Consiglio dell’Ordine, dell’Ufficio restituzione fascicoli di parte, in accordo sia con il Tribunale che con la Corte d’Appello e, infine, anche con il Giudice di Pace.

Alla interlocuzione costante con gli uffici giudiziari si è accompagnata quella con le associazioni forensi maggiormente rappresentative ed effettivamente attive su base locale, agevolata con la costituzione della “Consulta delle associazioni”, quale tavolo di confronto permanente fra le stesse e il Consiglio dell’Ordine.

Fra le attività ordinarie del Consiglio dell’Ordine, molta parte – con relativo gravoso impegno dei Consiglieri rispettivamente coinvolti – hanno preso la pratica forense, anche con sottoscrizione di protocolli per lo svolgimento di un periodo parziale di pratica all’interno degli uffici giudiziari; le difese d’ufficio, con le incombenze istruttorie assegnate al Consiglio dell’Ordine dalla normativa di riforma e l’organizzazione degli annuali corsi istituzionali di formazione e aggiornamento, per l’inserimento nell’Elenco unico nazionale dei difensori d’ufficio; gli opinamenti, pur in diminuzione in ragione della sempre più diffusione dei contratti – ora obbligatori – con i clienti, che dunque superano la necessità di chiedere al Consiglio di esprimere il proprio parere di congruità; la formazione continua, con l’organizzazione da parte della Fondazione Forense di un’offerta formativa massiccia e nella stragrande parte del tutto gratuita, e la vigilanza da parte del Consiglio del puntuale assolvimento degli obblighi formativi da parte degli iscritti; i processi telematici e l’informatizzazione dei servizi di cancelleria, nei quali il nostro Consiglio ha continuato a impegnarsi assiduamente, come da sempre avviene, per conseguire risultati di qualità e di utilità per i propri iscritti, nel corso di questo mandato per la prima volta estesi significativamente anche al settore della giustizia penale, con importanti accordi con la Procura della Repubblica per ottenere telematicamente i certificati ex art. 335 c.p.p. e, da ultimo, per estrarre copia informatica dei fascicoli di fine indagini.

Una menzione a parte richiede il patrocinio a spese dello Stato, i cui fascicoli per le relative richieste di autorizzazione sono letteralmente esplosi di numero, onerando la apposita Commissione del Consiglio di un compito tanto oneroso in termini di numeri quanto delicato in termini valutativi.

Un punto fondante e nuovo dell’attività del Consiglio nel mandato che sta per concludersi è stato quello dell’organizzazione di trasferte all’estero per gli iscritti: siamo andati, sempre ottenendo ottima risposta di adesione, in visita alla Corte Europea dei Diritti dell’Uomo a Strasburgo (due volte), alla Corte Penale Internazionale de L’Aja, alla Corte di Giustizia dell’Unione Europea di Lussemburgo, senza dimenticare la trasferta ad Auschwitz.

L’attività di relazione internazionale si è concretata coltivando in più occasioni il gemellaggio con l’Ordine degli Avvocati di Tolosa (unico gemellaggio del nostro Ordine) e con l’organizzazione, faticosa ma di grande soddisfazione, del Congresso internazionale della Fédération des Barreaux d’Europe che si è tenuto a Bologna il 17-19 maggio 2018.

Ma certamente, sul piano internazionale, attività di grande significato, e inedita per il nostro Consiglio dell’Ordine, è stata la partecipazione del Consiglio quale osservatore internazionale ad un paio di udienze che si sono tenute a Istanbul nel processo in corso contro gli avvocati turchi, un paese a deriva democratica che conta una assai preoccupantecontabilità di oltre 1.500 avvocati denunciati, di cui oltre 500 arrestati ed oltre 100 già condannati, per il solo fatto di avere assistito legalmente persone ritenute oppositori del regime e quindi terroristi.

Un altro settore di attività che ha costituito un nuovo e convinto impegno del Consiglio dell’Ordine è stato quello della lotta all’abusivismo nella professione forense: abbiamo seguito, e anche direttamente avviato, numerosi procedimenti penali per esercizio abusivo della nostra professione da parte di avventurieri e truffatori, anche con costituzioni di parte civile dell’Ordine.

E ancora: ci siamo impegnati a fondo nella difesa della dignità della professione respingendo al mittente, con richiesta di riformulazione, numerosi avvisi di enti pubblici finalizzati alla formazione di elenchi di avvocati per l’affidamento di incarichi difensivi da parte degli enti, ogniqualvolta – ed è avvenuto spesso – contenevano previsioni contrarie alla nuova normativa sull’equo compenso (ora contenuta nell’art. 13 bis della legge n. 247/2012, di riforma dell’ordinamento forense). In più di un’occasione, gli enti destinatari delle nostre osservazioni critiche hanno poi provveduto a modificare i propri bandi.

Sono poi proseguite le iniziative con l’università e le scuole. Con la prima, abbiamo condiviso il progetto “Law Clinic” del Dipartimento di Scienze Giuridiche, volto a realizzare corsi che coinvolgono studenti liceali del 5° anno al fine di analizzare casi giuridici e processuali realmente accaduti, con la supervisione dei docenti e il coinvolgimento diretto di avvocati per guidare gli studenti nella disamina della questione, scelta nella tematica della tutela delle vittime in senso lato.

Con le scuole abbiamo dato attuazione al progetto “Alternanza Scuola Lavoro”, con la catalogazione informatizzata della biblioteca storica dell’Ordine da parte degli studenti del liceo Galvani, e realizzato la simulazione di un processo penale sulle tematiche del cyberbullismo, con la partecipazione degli studenti del liceo Righi, nell’ambito del più ampio progetto “A scuola di legalità”.

Abbiamo anche realizzato e ripetuto un programma di itinerari culturali per gli avvocati, in collaborazione con l’associazione “Inedita per la Cultura”, con visite a luoghi e patrimoni inediti della nostra città, ogni anno culminato con una serata dedicata all’Ordine e alla Fondazione Forense nell’ambito della manifestazione musicale “Pianofortissimo”, organizzata da Inedita nel cortile dell’Archiginnasio.

Molte le iniziative di beneficenza e solidarietà, fra le quali in primis la tradizionale serata “Avvocanto” che si è svolta tutti gli anni a Natale al Teatro Duse, sempre con grande successo e vasta partecipazione, che ha consentito di raccogliere somme importanti destinate agli enti di anno in anno scelti come beneficiari.  Abbiamo poi curato la raccolta di fondi per le vittime del sisma in Centro Italia del 24 agosto 2016. Altre iniziative di solidarietà sono state organizzate da alcuni gruppi sportivi dello Jus Bologna Sport, per le quali si sono particolarmente distinti i calciatori de Le Toghe nel Pallone e i podisti dello Jus Bologna Runners.

Fra i percorsi dedicati alla storia e alla memoria che il Consiglio dell’Ordine ha voluto curare, ricordiamo – oltre alla visita ad Auschwitz già rammentata – la mostra fotografica sull’avv. Fulvio Croce, esposta a Palazzo Baciocchi per tutto il 2018, dedicata al Presidente del Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Torino barbaramente ucciso dalle Brigate Rosse nel 1977; il restauro della lapide a ricordo dell’avv. Giorgio Maccaferri, caduto per la libertà nel 1944, in via Portanova in angolo con Piazza Malpighi; l’organizzazione di un incontro commemorativo in occasione del giorno della memoria con il prof. avv. Giorgio Sacerdoti di Milano, autore del romanzo autobiografico “Nel caso non ci rivedessimo”; l’organizzazione di una tavola rotonda sul tema dei diritti umani, preceduta dalla visione del film “Eddy” del regista Simone Borrelli, premiato dal Consiglio d’Europa come film ufficiale dei diritti umani per il 2015; la premiazione delle “Toghe di Platino” del nostro Ordine – i colleghi con 60 anni e oltre d’iscrizione all’Albo – abbinata allo spettacolo curato dall’avv. Vincenzo Giarmoleo “L’Antigone di Sofocle: legge, diritto e giustizia – Riflessioni su ruolo e deontologia dell’avvocato nella società liquida”.

Da ultimo, è stato desiderio prioritario del Consiglio veicolare il più possibile agli iscritti, per le stesse esigenze di trasparenza e comunicazione cui questo scritto risponde, tutte le informazioni di utilità derivanti sia dall’attività posta in essere dal Consiglio, sia dalle svariate comunicazioni che lo stesso ha ricevuto. E così si è sviluppata la consuetudine, oramai quotidiana, delle circolari e-mail agli iscritti, che sono state 106 nel 2015, 164 nel 2016, 214 nel 2017 e 236 nel 2018, e quindi (ben) 720 in totale nel quadriennio. Alle comunicazioni quotidiane si sono affiancati il restyling e la completa revisione dei contenuti del sito internet dell’Ordine e una rinnovata veste, interamente on-line, della rivista dell’Ordine “Bologna Forense”.

Tutte queste attività, e le tantissime altre che quotidianamente il Consiglio dell’Ordine è chiamato ad affrontare, sono state rese possibili grazie all’impegno dei Consiglieri, di altri colleghi e di consulenti che al Consiglio hanno generosamente prestato il proprio disinteressato impegno.

A tutti loro, elencati di seguito, va il mio personale sentito ringraziamento.

  • Consiglio dell’Ordine: Giovanni Berti Arnoaldi Veli (Presidente), Lorenzo Turazza (Segretario), Tiziana Zambelli (Tesoriere), Annalisa Atti, Beatrice Belli, Federico Canova, Ercole Cavarretta, Francesco Paolo Colliva, Roberto Dalle Nogare, Elisabetta d’Errico, Vincenzo Florio, Antonella Gavaudan, Pietro Giampaolo, Stefano Goldstaub, Alessandro Lovato, Saverio Luppino, Sergio Palombarini, Antonio Spinzo, Stefano Tirapani, Stefania Tonini, Silvia Villa.
  • Dirigente amministrativo: Francesca Palazzi.
  • Consulente fiscale: Roberto Batacchi.
  • Collegio dei Revisori dei conti: Valentino Di Leva (Presidente), Vittorio Costa, Elisa Vitali.
  • Consiglio di amministrazione della Fondazione Forense: Giovanni Berti Arnoaldi Veli (Presidente), Alessandro Lovato, Lorenzo Turazza, Sandro Callegaro, Antonio De Capoa; Direttore: Stefano Dalla Verità; Segretario: Francesco Cardile; Tesoriere: Carlo Alberto Vancini; Revisori dei conti: Carlo Cantarelli, Andrea Cappelloni, Michelina Grillo.
  • Consiglio di Disciplina: Flavio Peccenini (Presidente), Ferdinando di Francia, Fausto Sergio Pacifico, Vittorio Paolucci, Chiara Rigosi.
  • Comitato Pari Opportunità: Antonella Rimondi (Presidente), Annalisa Atti, Marina Corona, Gabriele Garcea, Laura Lo Munno, Marinella Oliva, Marta Tricarico, Mario Turco, Maria Virgilio.
  • Consiglio dell’Organismo di Mediazione: Giovanni Berti Arnoaldi Veli (Presidente), Annalisa Atti, Beatrice Belli, Ercole Cavarretta, Sergio Palombarini; Direttrice: Donatella Pizzi.
  • Associazione “Auxilium”:Giovanni Berti Arnoaldi Veli (Presidente),Lorenzo Turazza (Vice Presidente), Daniela Abram, Giovanni Delucca, Stefano Goldstaub, Francesca Piazza, Stefano Tirapani; Segretario: Giuseppe Fino; Tesoriere: Tiziana Zambelli; Revisori dei conti: Carlo Cantarelli, Giovanni Cerri, Erminio Retus.
  • Organismo di composizione delle crisi da sovraindebitamento: Giovanni Berti Arnoaldi Veli (Presidente), Annalisa Atti, Stefano Goldstaub, Saverio Luppino, Lorenzo Turazza; Referente: Silvia Villa.
  • Sportello per il cittadino: Roberto Dalle Nogare, Stefania Tonini.
  • Commissioni Opinamenti: Federico Canova (referente), Beatrice Belli, Roberto Dalle Nogare, Stefano Tirapani; Annalisa Atti (referente), Ercole Cavarretta, Sergio Palombarini, Stefania Tonini; Stefano Goldstaub (referente), Antonella Gavaudan, Alessandro Lovato, Saverio Luppino, Silvia Villa; Antonio Spinzo (referente), Francesco Paolo Colliva, Elisabetta d’Errico, Pietro Giampaolo.
  • Commissione Pratica: Federico Canova (referente), Beatrice Belli, Roberto Dalle Nogare, Stefano Tirapani.
  • Commissione Patrocinio a spese dello Stato: Annalisa Atti (referente), Ercole Cavarretta, Francesco Paolo Colliva, Roberto Dalle Nogare, Stefano Goldstaub, Saverio Luppino, Sergio Palombarini, Stefania Tonini, Silvia Villa.
  • Commissione accreditamento eventi formativi: Antonio Spinzo (referente), Antonella Gavaudan, Saverio Luppino, Silvia Villa.
  • Commissione Penale e Osservatorio sulla giustizia penale: Elisabetta d’Errico (referente), Ercole Cavarretta, Francesco Paolo Colliva, Pietro Giampaolo, Antonio Spinzo, Tiziana Zambelli.
  • Commissione Processo Telematico: Stefano Goldstaub (referente per il civile), Alessandro Lovato (referente per il penale), Beatrice Belli, Francesco Paolo Colliva, Elisabetta d’Errico.
  • Commissione Osservatorio sulla giustizia civile: Giovanni Berti Arnoaldi Veli (referente per il Tribunale), Stefano Goldstaub (referente per la Corte d’Appello), Saverio Luppino (referente per il Giudice di Pace), Annalisa Atti, Antonella Gavaudan, Alessandro Lovato, Stefania Tonini.
  • Commissione verifica assolvimento obblighi formativi: Giovanni Berti Arnoaldi Veli (referente), Lorenzo Turazza, Tiziana Zambelli.
  • Commissione Specializzazioni: Sergio Palombarini (referente), Beatrice Belli, Ercole Cavarretta, Francesco Paolo Colliva, Elisabetta d’Errico, Antonella Gavaudan, Pietro Giampaolo, Saverio Luppino, Antonio Spinzo, Stefano Tirapani, Stefania Tonini, Silvia Villa.
  • Commissione internazionale: Giovanni Berti Arnoaldi Veli (referente), Lorenzo Turazza, Federico Canova, Elena Baroni, Elisabetta Galeazzi, Bruno Micolano, Claudio Perrella, Claudio Pezzi, Lavinia Savini.
  • Commissione Bologna Forense: Stefano Tirapani (referente), Annalisa Atti, Federico Canova, Antonio Spinzo, Stefania Tonini, Massimo Carrattieri, Samuele Fazzolari, Gabriele Garcea.

avv. Giovanni Berti Arnoaldi Veli
Presidente del Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Bologna

Informazioni sull'autore

Giovanni Berti Arnoaldi Veli