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Ricordando Jack

Una notte di aprile di quest’anno, a causa di un male incurabile, veniva prematuramente a mancare Piergiacomo Minarini, tipografo dell’Ordine, della Fondazione Forense ma, soprattutto, di “Bologna Forense”.

Giacomo era persona professionale, disponibile e carina e sempre attenta a tutte le varie esigenze.

Ha seguito e curato per anni la stampa e la grafica della rivista con professionalità, dedizione e con un empatia quasi contagiosa.   

Vogliamo ricordarlo così, pubblicando una lettera a lui indirizzata dalla moglie, la nostra collega Carla Nassetti,

Ciao Jack, buon vento

Caro Giacomo,

come ho già detto il giorno che ti ho salutato, non avrei mai voluto scriverti questa lettera, perché significa che tu non ci sei più.

Non ci sei più per me né per tutte le persone che hanno stimato e apprezzato il tuo lavoro, e che ora sentono la tua grande assenza.

Hai sempre dato tutto te stesso in tutto ciò che facevi ed eri felice di ogni riconoscimento che ricevevi, piccolo o grande che fosse, perché rappresentava la ricompensa della tua passione.

Mi hai lasciato presto, con troppa sofferenza, ma il poco tempo che hai avuto a disposizione l’hai vissuto con grande intensità nel bene e nel male: tanto amore e tanto dolore! Eri un uomo speciale, che non si arrendeva di fronte a niente e che era sempre disponibile per tutti e ora raccolgo i frutti della tua semina.

Tutta la solidarietà che ho ricevuto è per te, caro Giacomo. Sono orgogliosa di averti sposato e amato e mi riempie il cuore il ricordo che hai lasciato nelle persone che hai conosciuto e con cui hai lavorato.

Spero con tutta me stessa che ci sia stato qualcosa dopo la tua morte e che tu ora sia sereno dovunque tu sia.

Alice, nostra nipote, mi ha scritto un messaggio il giorno del nostro anniversario di matrimonio, e mi piace pensare che tu sia proprio lì dove lei immagina:

Io sono convinta del fatto che lo zio stia bene ora e sinceramente è l’unica cosa positiva in tutto ciò. Sono convinta anche del fatto che il paradiso sia troppo poco per lui, una cosa come l’isola che non c’è è meglio. Ecco esatto, lui è lì su una barca che racconta quanto sia fantastica la sua Wendy (non credo serva dire chi è) e nel frattempo ci guarda; non penso possa farlo con sguardo assente, penso che lo faccia con affetto, perché non è capace di altro. Voglio bene allo zio. Il mio desiderio è che protegga la zia.

Spero che su quella barca ci sarà un po’ di posto anche per me, caro Jack.

Con amore infinito

Carla

 

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