Tra il serio e il faceto

Onore ai vinti

(ovvero a proposito di una decisione ingiusta)

 

In questi tempi grami la vita è molto dura,

financo,  audite audite, per la magistratura.

Senza trofei ancora il club dei PQM

fu convocato tutto davanti al CSM,

che l’Organo Supremo intendea sapere

motivo di sì tanti calci nel sedere.


Fu così che a Roma andò quello squadrone

e pensando di destrar notabile impressione,

vestì della compagine, oltre le scarpette,

persino, con lo sponsor, le sue belle magliette.


Davanti al Collegio, per vero un po’ basito,

l’arringa difensiva presto assurse al mito:

“Eccelso Consiglio, in fede qui si giura

che contro noi ci fu sordida congiura!


Sconfitti uscimmo, ahimè, dalla gran finale

ma colpa fu, vergogna, di chi ci vuole male!

E di quanto or s’accampa, abbiam valide prove:

diedero un purgante[1] al nostro 19!


Il ruolo suo, si sa, che è fondamentale

che oltre che a ciabattare certo più non vale,

ma con sordide minacce all’arcigno difensore,

è in grado di sortire autentico terrore!


<<Carissimo avvocato, piacere qui sul campo

ma sa quell’eccezione di cui si fece vanto?

Vorrei la ribadisse, lasciandomi dribblare,

in modo che in porta io possa infin entrare!>>


Di fronte a tanta classe e spirito sportivo

c’era un modo sol, vile e primitivo,

valido a fermare il temibile attaccante,

che chiamano Zanzara, tanto è fastidiante.


Minato nel suo corpo da intruglio velenoso

non poté, così, più esser periglioso

e creda a noi, Illustre Presidente,

questa sol è la cagione dell’esito perdente!”.


La grave pronuncia a tale gran sermone

altro non fu, se non soddisfazione.

Tornarono i PQM con il cuor contento:

“Andate a giocare in quel di Agrigento!”


Ma nell’estasi totale del gruppo scalmanato

purtroppo il verdetto inteso fu sbagliato,

ché ad urlare “SEMBVRE” e “SVARIATI”

l’acustica dell’aula li avea raggirati:

invece che condanna di recarsi là a giocare

era un trasferimento per andarvi a giudicare!

 

Agli amici de “Le Toghe Nel Pallone”

[1] Voltarex, n.d.a.

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Mirko Margiocco