Tra il serio e il faceto

Ricordo di Sandro Giacomelli

Circa un anno fa ci lasciava l’avv. Sandro Giacomelli, per diversi decenni componente del Consiglio dell’Ordine con funzioni di Tesoriere ed anche di Presidente, poi anche Presidente dell’Urcofer, Delegato distrettuale alla Cassa Forense ed, infine, componente laico del Consiglio giudiziario presso la Corte d’Appello del nostro distretto.

Una persona di rara disponibilità, signorilità e correttezza che ha dedicato la sua vita, oltre che alla famiglia, alla comunità degli avvocati bolognesi.

Lo vogliamo ricordare con questa orazione funebre scritta dall’amico fraterno, nonché compagno di tante adunanze, Lucio Strazziari.

Caro Sandro,

stiamo vivendo questo momento di intenso raccoglimento e di accorato rimpianto nel porgerti il nostro saluto terreno, come qualcosa di improvviso e di assolutamente inaspettato.

Averti incontrato fino a pochi giorni fa secondo le tue consuete abitudini di vita, sempre sorretto dal tuo carattere affabile e gioviale, con una costante presenza anche nelle nostre aule giudiziarie, rafforzava in noi la convinzione che la malattia che ti aveva colpito anni fa continuasse a rappresentare un lontano ricordo.

Il tuo ammirevole coraggio, la tua grande forza d’animo e la tua capacità di sopportare sofferenza e dolore ci avevano tenuto nascosto il dramma che si stava consumando.

Anche questo rappresenta segno tangibile della grandezza della tua persona e dei valori inestimabili che hanno illuminato la tua vita.

Ti ho conosciuto alla metà degli anni sessanta, quando mi sono affacciato alla professione.

Tu eri iscritto all’Albo da alcuni anni (dal 1959), ed eri già entrato a fare parte di quella cerchia di giovani avvocati (procuratori, anzi, per l’epoca) che avevano intrapreso un prestigioso percorso (tu, come tanti, nel civile, altri nel penale) che li avrebbe condotti in poco tempo ai vertici della professione forense.

Da subito ero rimasto ammirato dalla tua umanità, dalla tua cortesia, dalla tua spontaneità, dallo stile che rappresentava un dato peculiare della tua persona, e ben presto il nostro rapporto di colleganza si è trasformato in una amicizia vera, profonda, autentica, fraterna, tanto da frequentarci anche al di fuori delle ricorrenti occasioni professionali, unitamente ai tuoi famigliari, alla Cicci e a Franco e ad Eleonora, ai quali siamo vicini con tutto il nostro affetto e la nostra commozione in questo momento così doloroso.

Una amicizia che tale è rimasta sempre, e che, te lo assicuro, ancora continuerà.

E non posso non richiamare alla mente, e non rivivere nel cuore, i tanti momenti di condivisione e le ricorrenti occasioni che abbiamo avuto, nei lunghissimi anni, per approfondire insieme aspetti e problematiche, non solo del nostro comune percorso professionale, ma della nostra  stessa vita.

E ancora insieme abbiamo iniziato il nostro impegno istituzionale nella avvocatura bolognese.

Ti ricordi ? Era l’anno 1978, e, unitamente, ai colleghi Lelio Zappoli e Alberto Leone, manifestammo la  nostra disponibilità ad entrare a fare parte del Consiglio Forense.

Eravamo giovani rispetto agli avvocati di grande prestigio e di riconosciuta saggezza che venivano chiamati a rappresentare il Foro.

La generosità dei colleghi premiò la nostra giovane baldanza, e da allora la nostra condivisione e la possibilità di lavorare insieme si estese anche agli aspetti istituzionali del mondo forense.

E mai dimenticherò il coraggio e la consapevole responsabilità con cui, nell’anno 1990, tu accettasti di assumere la guida del nostro Ordine forense, facendoti carico di una eredità tanto impegnativa e gravosa, quale era quella rappresentata dalla lunghissima prestigiosa Presidenza della non mai dimenticata Angiola Sbaiz.

Hai saputo affrontare questo pesante impegno e hai svolto questo difficilissimo compito di Presidente dell’Ordine con esemplare capacità e con straordinario prestigio.

Di questo ti si deve dare doveroso atto e meritato riconoscimento.

Sei poi rimasto quale componente del Consiglio fino al 2011, ricoprendo per dodici anni il delicato incarico di Tesoriere, ed elargendo sempre ai colleghi consiglieri, e agli avvocati tutti, i preziosi tesori della tua preparazione, della tua saggezza e del tuo equilibrio, ma anche la piacevolezza del tuo carattere spesso improntato alle battute, sempre felicemente risolte dall’eleganza che le accompagnava.

Il tuo impegno istituzionale si è poi esteso oltre i limiti della nostra realtà locale, quando il consenso dei Presidenti degli Ordini Circondariali ti

ha nominato, per successivi mandati, Presidente dell’Unione Regionale dei Consigli Forensi dell’Emilia Romagna, e quando la fiducia dei colleghi ti ha chiamato a rappresentare, per tanti anni, il nostro Distretto quale delegato alla Cassa Forense; compiti che hai svolto con il tuo consueto scrupolo e con la tua riconosciuta capacità.

E la stima delle Autorità Forensi Nazionali ti ha fatto designare, nell’anno 2004 e fino all’anno 2011, quale componente laico del Consiglio Giudiziario presso la Corte d’Appello, uno dei tre avvocati scelti nell’ambito del Distretto dell’Emilia Romagna.

avvoc2aOra, caro Sandro, voglio richiamare un tuo intercalare che era ricorrente nelle nostre conversazioni. Che fossi io ad avviare il discorso o che fossi tu a rivolgerti a me, iniziavi quasi sempre dicendo: “Stammi a sentire, Lucio”.

Voglio utilizzare adesso io questa tua espressione, e dirti: “Stammi a sentire, Sandro”

Lo sai che la tua mancanza lascerà un vuoto incolmabile nel nostro foro e nell’intero nostro mondo giudiziario;

Lo sai che, a partire dagli anni sessanta, tu hai rappresentato un punto di riferimento nell’ambito della avvocatura bolognese, per la tua preparazione, per la tua professionalità, per la tua capacità, e per gli impegni istituzionali che hai ricoperto, attraverso i quali hai conferito lustro e hai meritato prestigiosi riconoscimenti al nostro Ordine forense;

Lo sai che il tuo lungo esercizio professionale sempre ispirato ai più rigorosi principi della lealtà, della probità e della correttezza, e della attenta considerazione e del doveroso rispetto nei confronti di ciascun protagonista delle vicende giudiziarie nelle quali eri interessato, si è proposto quale esempio luminoso per tutti, e ancora lo sarà per il futuro;

Lo sai che hai rappresentato per gli avvocati e per i giovani in particolare, non solo la figura di un collega bravo, preparato e valoroso, ma la presenza di una persona amica cui potersi rivolgere per confrontarsi, per chiedere consigli, per essere aiutati, e il consenso che il foro ha continuato a manifestarti per oltre trenta anni, volendoti sempre quale componente del Consiglio, ne rappresentano la più tangibile conferma.

E allora saprai anche, e comprenderai, perché il nostro animo è colmo di tanta gratitudine nei tuoi confronti, per quello che sei stato e per quello che hai fatto a beneficio di tutti; per il tuo impegno, per le tue idee, per le tue iniziative che hanno rappresentato, sempre, ragioni di utile e positiva verifica, e momenti di crescita e di arricchimento per la nostra avvocatura.

Tanta nostra gratitudine che, se acuisce ancora più il senso di abbandono e di disorientamento che la tua mancanza suscita in noi, ci induce a manifestare l’auspicio che l’esempio della tua vita e della tua attività professionale possa veramente contribuire a fare riscoprire, nel mondo forense, come nella intera nostra comunità, quei valori che ne hanno illuminato i percorsi, di cui la nostra società oggi ha tanto bisogno.

E’con questi sentimenti e con questi auspici che ti salutiamo, certi, in tanti quanti siamo, che tu abbia raggiunto la dimora dove non esistono più dolore e sofferenza, ma solo consolazione e pace riservate ai giusti.

A voi carissimi, Maria Luisa, Franco ed Eleonora, agli adorati nipoti, a tutti i parenti, che vivete con angoscia questo lacerante momento del distacco, rinnoviamo i sentimenti più profondi della nostra umana solidarietà, e, nell’abbracciarvi con tutto il nostro affetto, vi diciamo che dovere essere fieri del vostro Sandro, per una intera esistenza che ha dedicato a voi, donandovi con amore tutto se stesso, ma anche per quanto ha fatto a beneficio di tanti, nell’ambito della sua sfera personale e nel corso del suo esercizio professionale, e, soprattutto, per la preziosa eredità, che vi lascia, di una vita retta, cristallina, laboriosa, generosa, che rappresenterà confortevole guida e sicuro punto di riferimento per il vostro futuro cammino.

 

Informazioni sull'autore

Lucio Strazziari