Estratti delibere

Estratto verbale 20/5/2015

Congresso Generale della F.B.E.- Fédération des Barreaux d’Europe a Bilbao (Spagna), 14-16 maggio 2015

Riferisce il Consigliere avv. Federico Canova che In data 14 -15 e 16 maggio 2015 si è svolto a Bilbao il Congresso Generale della Federazione degli Avvocati d’Europa.

Giovedì 14 maggio si è tenuto presso la prestigiosa Sala del Consiglio dell’Ordine degli Avvocati (Illustre Ordine degli Avvocati Signoria Di Vizcaya Rampas de Uribitarte 3 – 2pl. Bilbao) l’incontro di benvenuto, cui è seguita la riunione della Presidenza FBE.

Alla riunione hanno avuto accesso, successivamente i Presidenti delle Commissioni. La assemblea si è conclusa all’esito delle riunioni delle Commissioni presenti.

Ad ore 20.00 presso e nella suggestiva cornice del Museo delle Belle Arti di Bilbao (Plaza del Museo, 2 – Bilbao), si è tenuto un cocktail di benvenuto, alla presenza anche degli accompagnatori.

Ha preso la parola, dapprima, Michael Auer, Presidente della FBE, che si è dichiarato compiaciuto di poter dare il benvenuto a tutti i partecipanti al Congresso Generale 2015 che si celebra in Bilbao dal 14 al 16/06/2015.

Questo congresso in Bilbao – ha affermato il Presidente – si rivelerà un importante momento per la storia della Federazione.

La nuova struttura disegnata e articolata in varie sessioni, la votazione del progetto del nuovo statuto, la inusuale concorrenza dei candidati per le elezioni alla Presidenza e il congedo del nostro Segretario Generale dopo sette anni di carica, rendono speciale questo Congresso.

Ciò contribuisce a rendere l’intero Congresso una esperienza straordinariamente viva e stimolante per tutti i membri che regolarmente prendono parte alle nostre riunioni.

Il Presidente ha poi annunciato, con animo commosso, il termine della propria carica di Presidente, che cade in un momento così cruciale per la FBE.

È intervenuto il Decano del Colegio de Abogados de Vizkaya Carlos Fuentenebro, che si è dichiarato onorato di poter avere la opportunità di organizzare il Congresso generale della FBE, che viene cos’ tenuto a Bilbao con grande entusiasmo per tutta la avvocatura Europea.

Il Decano ha genericamente illustrato il programma, evidenziando la trattazione di temi di attualità che interesseranno in futuro l’avvocatura e la professione ed ha rivolto un invito a partecipare attivamente a tutte le attività proposte del convegno.

Come sempre, ha auspicato il Decano, nell’ambito di un foro così importante, si pretenderanno efficaci interventi e conclusioni per il futuro dell’avvocatura.

Il Decano è apparso convinto, nel concludere il proprio intervento, che il Congresso produrrà effetti importanti per la prospettiva della FBE, per la quale si auspica un nuovo tempo colmo di cambiamenti e progetti per ciò che si deciderà a Bilbao.

La città accoglie con la massima predisposizione i partecipanti al convegno. Bilbao, città in costante cambiamento, costituisce un simbolo di aperura e rappresenta un esempio per tutta l’Europa.

Bilbao è il luogo ideale per le caratteristiche di questo convegno internazionale che si propone nuove prospettive per il futuro.

Il Decano, nel rivolgere il più cordiale saluto, ha riferito di un grande sforzo che il Consiglio dell’Ordine sta effettuando per cercare di sfruttare tutte le opportunità ed iniziative incantevoli che offre la città, auspicando che questa visita sia la prima di tante altre.

Venerdì 15 maggio 2015, ad ore 08.30, nel Salone degli Atti dell’Ordine degli Avvocati, sede del Congresso, a seguito della fase di accreditamento e ricevimento dei congressisti, si è svolta la Presentazione delle Autorità, seguita dal discorso del Decano dell’Illustre Ordine degli avvocati di Vizcaya, che, nel rinnovare il sentimento di compiacimento per la opportunità del congresso a Bilbao, ha descritto sommariamente l’organizzazione della giornata, anticipando la distribuzione ei congressisti secondo le diverse e interessanti sessioni.

Il Decano ha riferito della suddivisione in laboratori e diverse conferenze di lavoro.

Le conferenze o i laboratori partecipativi vogliono essere delle attività di apprendimento reali, nelle quali il contenuto sia il più pratico possibile e il formato agile, diverso da una conferenza convenzionale.

Al momento dell’invio del Programma del Convegno non sono stati anticipati i nomi dei relatori, dato che si vogliono prendere le distanze dalle relazioni tradizionali fomentando la partecipazione dei membri della FBE e dei partecipanti del Congresso.

In questo programma vengono stabiliti i fondamenti e lo spirito delle sessioni affinché ognuno conosca e abbia le informazioni sufficienti a iscriversi previamente in quella che gli interessi di più, dato che alcuni si terranno simultaneamente.

È stato inviato un avviso a tutti gli ordini membri affinché chi desideri partecipare ai laboratori mediante una relazione possa farlo, comunicandolo a breve termine e spiegando l’oggetto del proprio intervento, che non potrà superare i 15 minuti per fomentare il dibattito.

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SESSIONE SUL DIRITTO COLLABORATIVO

La prima sessione ha avuto luogo nel salone principale dell’Ordine degli Avvocati e ha disposto di interpretazione simultanea in tutte le lingue ufficiali della FBE.

Il Diritto Collaborativo è un ADR di origine anglosassone giunto in Spagna, in cui gli avvocati delle parti sono la figura chiave di questo processo extragiudiziale. Per molti esperti è un altro passo verso la mediazione, dato che forse i legali si sentono più a proprio agio in questo ruolo che in quello di mediatori. Pertanto, viene offerta una visione multidisciplinare del conflitto con la presenza di altri professionisti, sempre che le parti e i rispettivi avvocati siano d’accordo sulla presenza di questi.

La sessione si è articolata in tre fasi che vengono dettagliate come segue:

I – Il Diritto Collaborativo: pilastri fondamentali

  • Il contratto di partecipazione e l’impegno di non portare la controversia nei tribunali.
  • La rinforzata confidenzialità consente una maggiore trasparenza.
  • La rinuncia degli avvocati in caso di insuccesso.
  • I neutrali (economista, ingegnere, notaio, psichiatra infantile, mediatore…).

II – Strumenti e tecniche del diritto collaborativo

  • Ascolto attivo.
  • Negoziazione ragionata.

III – Le tappe del processo collaborativo

  • Incontro iniziale con il cliente. – Contatto con il collega.
  • Incontri di preparazione delle riunioni a 4 parti con il proprio cliente.
  • Conclusione dell’accordo e omologazione giudiziale.

Ha preso la parola Michel Auer, Presidente FBE che ha riferito di essere stato colpito dalla essenza storica della città di Bilbao, unica in Europa, definendola Stato Perfetto.

Ha ribadito il proprio entusiasmo di potere tenere il congresso nella splendida cornice di Bilbao ed ha ringraziato, per la presenza, tutti i partecipanti e il Consiglio dell’Ordine per l’accoglienza.

È intervenuto Carlos Fuertenebro, Decano, rinnovando il più cordiale saluto di benvenuto ed esprimendo la felicità della città e delle persone di accogliere il Congresso FBE.

Bilbao ha sofferto uno straordinario cambiamento.

Numerosi sviluppi culturali hanno trasformato la città di Bilbao in una città aperta all’Europa.

I progetti, l’architettura stessa della città rappresentano una opportunità per ogni forma di cambiamento e processo di adattamento.

È un esempio cui tutta l’Europa dovrebbe tendere.

Bilbao ha una vocazione naturale di apertura, di sfida per il futuro.

I clienti viaggiano e noi dobbiamo essere pronti ad accompagnarli.

Le sfide riguardano tutta l’Avvocatura d’Europa e Internazionale.

La FBE è il punto di riferimento essenziale per la formazione.

Il momento critico che stiamo vivendo deve indurci ad una maggiore attenzione per la tutela della giustizia dei cittadini.

Ciò è possibile pianificando una forma di collaborazione da attuare mediante la realizzazione di un progetto condiviso.

È seguito l’intervento di Josu Erkoreka – Consejero de Administracion Publica Y Jyusticia Gobierno Vasco / Eusko Jaurlaritza che si è detto entusiasta per la realizzazione del programma, così interessante, del convegno.

Occorre approfittare dell’ambiente, della gastronomia e della ospitalità della gente di Bilbao, nonostante il tempo avverso.

Ha ringraziato di poter condividere l’atto di apertura del convegno, accennando agli argomenti principali, quali il diritto collaborativo, il diritto di accesso alle informazioni pubbliche, la corruzione e la trasparenza.

Il diritto collaborativo si propone di realizzare tecniche alternative, complementari, per la risoluzione dei conflitti.

Il diritto alla informazione è una opportunità per approfondire il tema della trasparenza per contrastare la corruzione.

Occorre ridurre lo spazio a tecniche corruttive, per conseguire una migliore qualità di democrazia.

I cittadini devono avere possibilità di accedere alle informazioni per avere modo di interagire col sistema.

Il diritto dei cittadini di poter accedere alla amministrazione deve essere effettivo.

I fenomeni di corruzione non sono nuovi e i principi per contrastarli nemmeno.

Tuttavia, sino ad ora, abbiamo assistito a sviluppi inefficaci, lievi e poveri.

Ha preso la parola Aitzol Asla – Coordinador del Congresso FBE che ha precisato le modalità e i tempi di svolgimento dei vari pannelli di lavoro.

Ha precisato che il sistema di fare formazione mediante la costituzione di diverse sessioni di lavoro, risponde ad una esigenza attuale di creare una modalità innovativa di collaborazione per le finalità delle attività e obiettivi del convegno.

I processi collaborativi, per ora, sono limitati e circoscritti al diritto di famiglia; l’ambito economico è escluso.

Vi è autonomia per quanto attiene al raggio di azione nell’ambito del diritto di famiglia, posto che i professionisti hanno la libertà di definire come preferiscono la vertenza, con modalità di risoluzione alternativa.

C’è la presenza di un team specializzato per la risoluzione dei conflitti.

Occorre creare delle reti per rendere più intenso e costruttivo lo scambio di informazioni ed esperienze.

Ha preso la parola Ingri Aver (CL Team Vienna), che ha illustrato le differenze rispetto al procedimento di mediazione.

Il diritto collaborativo è di particolare interesse per il proprio cliente.

Un team di esperti è funzionale per l’apporto di un contributo multidisciplinare e adeguato alla tutela dei minori. Non è più sufficiente il contributo di uno psicologo o di un psicoterapeuta.

È necessario rivolgersi a consulenti fiscali, esperti di comunicazioni.

Le competenze sono diverse e specialistiche.

Il principio è lavorare insieme per risolvere.

I legali, per natura, normalmente sono predisposti al litigio e non sono inclini alla ricerca e individuazione di sistemi alternativi di risoluzione dei conflitti.

In Austria, a Vienna, il metodo di formazione di Avvocati per l’esercizio del diritto collaborativo prevede unità ofrmative nel numero di sessanta, a contenuto proprio, e cinque  di lavoro in team, in collaborazione.

Sono previste sessioni congiunte per dibattere argomenti su casi.

Le finalità sono lo sviluppo di argomenti per favorire e stimolare le peculiarità.

Occorre elaborare concetti base per coloro che non hanno formazione giuridica come psicologi. Si deve perseguire l’obbiettivo di raggiungere un perfetto equilibrio nel rapporto fra il legale e gli altri professionisti coinvolti nel progetto.

Si deve procedere per blocchi tematici.

La procedura collaborativa non è difficile. È importante riflettere sulle modalità di affrontare la definizione dei conflitti mediante l’esperimento di tecniche di risoluzioni alternative.

I seminari paralleli per imparare i principi basilari nell’ambito del diritto di famiglia sono essenziali. Le lezioni previste a Vienna si dividono, anche esse, in sessanta unità di lavoro di gruppo, con particolare attenzione alle tecniche di ascolto.

La fase di ascolto è essenziale.

I clienti spesso non riescono ad essere chiari nella esposizione del loro problema; non sono in grado di sintetizzare i termini del conflitto per definire la controversia e non hanno capacità di conduzione di trattative.

Accade di frequente, che dopo estenuanti negoziazioni nessuna parte vuole sottoscrivere l’accordo raggiunto.

La fase di monitoraggio è fondamentale per comprendere il vero interesse del cliente per assicurarsi il migliori livello di assistenza tecnica.

Occorre osservare il bene del cliente. E per realizzare la migliore tutela bisogna rilevare da dove ha origine il conflitto.

Ha preso la parola Veronika Richter (CL Team Vienna) che ha ringraziato per l’invito che ha accettato molto volentieri. La separazione dei coniugi è una catastrofe assoluta.

È importante costituire un progetto per come organizzare la vita dopo il fallimento dello stato di convivenza.

Il principale centro di interessi sono i bambini che devono imparare a gestire queste tensioni.

Crolla, infatti, il sistema che dovrebbe essere, per i minori, proprio quello più sicuro, quello maggiormente protettivo.

Crolla come un castello di carta.

A volte accade che solo uno dei genitori dirige altrove le proprie attenzioni e la separazione è causata dunque da una determinazione singola, non è a livello consensuale.

L’altro rimane inevitabilmente vittima passiva della scelta del coniuge. I minori soffrono di squilibri.

È necessario risolvere e proteggere le figure più deboli.

Il bambino non vuole essere motivo e fonte di ulteriori problemi e allora si attiva per cercare di evitare ulteriori situazioni di disagio.

Tenta, inconsapevolmente, di ricostituire l’unione spirituale dei genitori.

Avverte una sensazione di colpevolezza, si sente diverso. Tale percezione del problema è molto negativa. Si sente spesso rifiutato. Il bambino, all’interno di sé, ha naturalmente entrambi i genitori e le sue reazioni sono molto importanti e significative. Occorre dunque indagare non solo come è avvenuta la separazione ma anche in quali tempi. È importante rilevare quanto tempo è durata la guerra.

Il minore rivela uno stadio di aggressività, disvela introversione. Spesso si avverte uno stato di regressione che impedisce un adeguato sviluppo. È in pericolo la fase della crescita rapportata al mantenimento di un necessario equilibrio. Diviene essenziale stabilire un rapporto di contatto e aprire il cuore verso i desideri degli altri.

Il bambino viene così invitato ad esprimersi, ad aprirsi per rappresentare le proprie esigenze.

In questo processo il minore è tanto più favorito quanto più è predisposto all’ascolto il suo interlocutore.

Questa fase produce sollievo. Ai bambini piace essere ascoltato e, d’altronde, a chi non piace essere tenuto in considerazione?

Ecco che i minori perdono la paura ad esprimersi.

I genitori normalmente appaiono già orientati a dirigere altrove le proprie risorse mentali e risultano distratti dalle loro occupazioni.

Il minore recepisce unicamente un messaggio negativo che è quello di non costituire ulteriore ostacolo o problema. Il bambino esprime i propri desideri. In Austria i minori che abbiano raggiunto l’età di 14 anni decidono con quale genitore rimanere all’atto della separazione. Ciò determina un conflitto fra i genitori, che si rilette sul figlio. Il bambino ha dunque necessità di essere affiancato da una figura alleata.

I professionisti stimolano i genitori a reagire utilmente per raggiungere l’accordo.

È intervenuta Silvia Gimenez Salinas (ICAB), che ha, immediatamente, fornito spiegazioni e risposte ai partecipanti in relazione ai numerosi quesiti proposti.

Ha precisato che la formazione degli Avvocati che esercitano il diritto collaborativo non è disciplinata dalla legge. Sussistono standard forniti dalle Organizzazioni Internazionali.

Gli avvocati che contribuiscono al diritto collaborativo non sono normalmente mediatori. Per esercitare questo particolare tipo di attività, occorre essere iscritto nella sessione dell’apposito albo ed avere, naturalmente, partecipato a tutte le unità formative di cui si è detto prima.

Lo svolgimento dell’attività formativa è essenziale e l’elemento di novità rispetto alla procedura di mediazione è costituita dal fatto che il lavoro viene svolto in gruppo di professionisti.

In Francia esiste la procedura partecipativa.

Sono intervenuti Ana Armesto (ACDE) e Cristian Lamm (ACDE) che hanno precisato che, a volte, parlare di spirito collaborativo col cliente può essere complicato. Allora è importante comunicare lo scopo per cui il legale negozia con la controparte.

Gli avvocati non sono preparati nella disciplina della negoziazione, in quanto la fase di ascolto è essenziale ed essi non sono esperti di comunicazione. E allora perché si negozia? La negoziazione è utile per risolvere il conflitto con modalità alternativa, secondo la domanda.

La negoziazione presuppone risorse tecniche e fasi in cui si promuovono attività alternative al giudizio, cercando di valorizzare le proprie ragioni e le prospettive di vittoria in caso sia un giudice a dovere decidere. Bisogna convincere l’avversario che ha torto, per stimolare la pattuizione dell’accordo vantaggioso.

La convenzione diviene estremamente importante. Dobbiamo insistere nella nostra posizione, dimostrandoci convinti, allo scopo di aggiudicare la fetta più grande della trattativa.

Nella negoziazione è invece importante riconoscere i propri errori e i meriti degli altri. È necessario insinuare fiducia nella controparte, senza compromettere gli interessi del proprio assistito che, comunque, non deve avere pregiudizi o conseguenze di carattere giudiziale per il solo riconoscimento dei dritti altrui durante la fase di negoziazione.

L’avvocato deve essere creativo, relazionarsi con un livello adeguato di comunicazione ispirato alla tecnica dell’ascolto attivo.

Occorre ascoltare l’altro, ottimizzare il livello di conversazione, recepire correttamente ogni informazione, incoraggiare la controparte alla risoluzione alternativa del conflitto.

All’esito dell’accordo, il contratto viene sottoposto all’autorità giudiziale per l’omologa.

Il P.M. interviene per esprimere il proprio consenso rispetto alla legittimità dell’accordo.

Sono intervenuti nell’ordine: Cristian Lamm – Carmen Ascunaga, Ana Ernesto – Luis Sorquera – Luis Carra Scon, che hanno apportato un sintetico contributo personale alla conversazione, simulando attivamente le varie fasi dell’incontro fra i professionisti e i clienti nella fase di diritto collaborativo.

È seguito il programmato pranzo di lavoro, all’esito del quale si è svolta una sessione di coaching rivolta al successo degli studi al di là della conoscenza.

Durante tale sessione è stato evidenziato come ogni giorno occorre individuare un modo attivo per costruire un nuovo contatto.

Ogni sera ciascun avvocato deve potere dire a sé stesso: oggi ho potuto conoscere persone nuove, o ho potuto conoscere meglio quelle che conoscevo.

Diversamente saremo rimasti al livello della sera precedente. Bisogna sforzarsi di conoscere persone nuove, per potenziare la propria rete.

Occorre aumentare i propri contatti, anche per scambiare informazioni, e confrontare diverse esperienze. Anche mettere in contatto persone e costruire relazioni fra di esse è essenziale per il legale. L’avvocato deve diventare il centro dell’universo di possibili contatti.

Essenziale è, ora più che mai, sfruttare il proprio potenziale di contatto. Condividere qualcosa di comune con qualcuno mai conosciuto prima consente di innestare una connessione emotiva personale.

Questo deve avvenire anche nel rapporto col cliente.

L’avvocato che ottimizza le modalità di contatto, implementandole con sistemi attivi, mediante selezione di persone giuste, si apre a nuove sfide, crea sviluppo e successo.

Si è tenuta una sessione sui diritti umani nella impresa e negli affari.

 “LE PMI EUROPEE E I DIRITTI UMANI. LE SFIDE QUOTIDIANE”

Nella sessione è stata affrontata in modo pratico l’incidenza della gestione aziendale delle imprese europee, specialmente le PMI, sui diritti umani. Si tratta di effettuare un’analisi cercando di stabilire delle conclusioni che possano servire da Protocollo di Implementazione della Guida dei Diritti Umani per Piccole e Medie Imprese della Commissione Europea. Si tratta, quindi, di analizzare la realtà quotidiana del nostro operato di avvocati/esse (dei lavoratori, degli imprenditori, dei consumatori…) e del nostro ruolo di ordini professionali in un ambito che non riceve la necessaria attenzione. Non ci si vuole concentrare sulla condotta (più o meno fortunata) delle grandi imprese multinazionali che stanno operando in paesi in via di sviluppo. L’obiettivo di questa Sessione di Lavoro è quello di far conoscere, dibattere e cercare il consenso per concordare le basi operative che l’Avvocatura ha bisogno di utilizzare nella propria consulenza e difesa nel mondo aziendale, in funzione dei Principi Guida delle Nazioni Unite sulle Imprese e i Diritti Umani, approvati a giugno 2011 dal Consiglio dei Diritti Umani dell’ONU. Allo stesso modo, si intendono analizzare in modo comune le vie e gli strumenti mediante cui le istituzioni professionali devono contribuire a raggiungere l’obiettivo di instaurare i diritti umani come principi plasmanti dei rapporti delle imprese con terzi, siano essi commerciali, lavorativi o sociali. Conoscere e scambiare buone prassi, fomentare reti europee di PMI che stabiliscono Progetti Operativi nei Diritti Umani, stabilire spazi di dialogo e riuscire a migliorare l’incidenza dell’operato aziendale nello standard di qualità dei diritti della cittadinanza europea è, indubbiamente, una sfida che l’avvocatura professionale e istituzionale devono affrontare in modo urgente, al fine di modificare il paradigma che vede i Diritti Umani soltanto come una questione concernente le violazioni gravi e massive che stanno avvenendo al di fuori di quell’isola confortevole che a volte consideriamo l’Europa.

Da ultimo si è tenuto una sessione su anticorruzione e trasparenza.

La sessione ha analizzato soprattutto l’importanza pratica che stanno supponendo le politiche di trasparenza non solo negli enti governativi o nell’amministrazione in generale. La trasparenza ha superato questa barriera ed è pretesa in ogni ambito. Nei nostri Ordini di Avvocati e Consigli Nazionali dell’Avvocatura. Nelle firme importanti. Nella nostra attività quotidiana di professionisti. Si tratta di affrontare l’argomento dal punto di vista dell’apprendimento, sottolineando i benefici che possiamo ricevere come membri di istituzioni collegiali o di studi professionali se applichiamo delle politiche di trasparenza adeguate. Per raggiungere questo obiettivo è importante: Trasmettere una cultura della trasparenza e diffondere le possibilità rappresentate dal diritto di accesso alle informazioni pubbliche. Sensibilizzare i responsabili pubblici per l’esercizio di questo diritto. Fornire le informazioni alle unità amministrative più impegnate nella sua implementazione. Promuovere l’interesse e il dibattito pubblico sulla materia. Offrire gli strumenti necessari ad applicare le politiche di trasparenza nei diversi ambiti.

All’esito si è svolta la spiegazione e discussione sui nuovi statuti della FBE. La fine delle sessioni di lavoro ha consentito di accedere, come da programma, al Museo Guggenheim, dove era prevista una visita.

La cena di gala, presso la Sociedad Bilbaina (Nafarroa, 1), è stata preceduta da un accogliente Rinfresco.

Sabato 16 maggio 2015 si è tenuta la Assemblea Generale, con il rapporto del Tesoriere, dei Presidenti delle Commissioni e col dibattito e votazione dei nuovi statuti della FBE.

Sono seguite le elezioni, il rapporto del segretario e il discorso finale della Presidenza.

In particolare preme rilevare, dell’intero programma di sabato 16, quanto segue:

La mattina è iniziata con la discussione relativa al bilancio nel quale è stato evidenziato un aumento di spesa della rappresentanza della Presidenza fino a circa € 80.000 totali.

La posta comunque è stata coperta dalle entrate e da una gestione diciamo più oculata sui restanti fronti. Gli accumuli bancari sono di circa € 269.000 ed è prevista per il bilancio dell’anno successivo una situazione analoga a quella già presente.

Poi si è proceduto alla discussione della riforma dello statuto della FBE. Mirko Ros ha cercato di far introdurre limitazioni relativamente alla carica di Presidente e limiti temporali alla presentazione della candidatura e delle deleghe. Era ovviamente preoccupato di garantire una blindatura alla FBE. Tutte le sue proposte sono state bocciate anche dalla presidenza attuale della FBE. Egli è uscito perdente.

Poi ci sono state le elezioni alla seconda vicepresidenza che rappresenta l’unica carica effettivamente elettiva della direzione dell’FBE.

Le Elezioni si sono svolte in modo corretto. La assemblea si è divisa in due fronti:

Un fronte (Inghilterra Germania e parte della Spagna) ha scelto il candidato proposto dalla Presidenza; l’altro fronte (Italia Francia parte della Spagna Polonia Romania ed altri) si è pronunciato a favore dell’altro candidato. I voti sono stati 723 contro 691 con una vittoria di stretta misura di Sara Chandler. la FBE si è comunque ricomposta e il metodo della votazione effettiva è stato apprezzato da tutti.

Nuovo Presidente della FBE è stato eletto Nazario de Oleaga.

Gli atti del congresso saranno pubblicati sul sito FBE, nella sezione appositamente dedicata.

Il Consiglio, ringrazia il Consigliere avv. Federico Canova per l’esaustivo riferimento.

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